
Avviato alla carriera militare (suo padre era proprietario terriero) entrò nella Scuola dei Cadetti di Pietroburgo ma ben presto si dedicò interamente alla musica, entrando - non ancora ventenne - in contatto con Borodin, Dargomynski e Balakirev, col quale continuò gli studi di composizione.
Nel 1858 abbandonò definitivamente l’esercito, e cadde in ****** povertà (causa i moti rivoluzionari).
Dal 1863 lavorò presso il Dipartimento forestale di Pietraburgo, e dal 1865 visse col fratello, accusando i primi segni di una salute inferma, aggravata dall’abuso dell’alcool.
Lavorò poi per il Ministero degli interni, e tenne una lunga tournèe di concerti nella Russia meridionale.
Nel 1880 cessò ogni attività e visse miseramente; ricoverato nell’ospedale militare di Pietroburgo, vi morì d’infarto.
Il nome di Mussorgski, inizialmente legato a quello dei componenti del “Gruppo dei Cinque" (con Balakirev, Cui, Rimski-Korsakov e Borodin) si impose gradualmente all'attenzione del mondo come quello del maggiore compositore russo del secolo scorso.
Più di tutti i suoi contemporanei egli comprese che per liberarsi dalla pesante influenza della musica occidentale (francese, italiana e tedesca), era necessario attingere al patrimonio musicale del popolo russo.
Sulla scia di Glinka si volse così a temi nazionali a cui diede una veste interamente nuova, nel senso dell'individuazione di un linguaggio tutto personale e insieme di carattere nazionale, svincolato dalle coercizioni armoniche e formali di derivazione occidentale.
Di qui anche l'assurda accusa di dilettantismo mossa a Mussorgski: nel grandioso – e fu davvero tale - sforzo di abbandonare ogni schema che non fosse intrinseco ai modi musicali popolari egli, a differenza di Tchiaikovski, non teme di impiegare forme assolutamente nuove e un linguaggio armonico e melodico sovente straordinariamente innovativo.
A parte i suoi Quadri di un’Esposizione (versione per pianoforte, quella orchestrale è opera di trascrizione di Ravel), anche i suoi grandi affreschi sinfonici ben descrivono il suo sforzo storicamente significativo quanto necessario.